Grigorij Rasputin nacque nel 1869 in un piccolo villaggio della Siberia sudoccidentale, Pokrovskoe, da una famiglia contadina.
Lo stesso Rasputin non frequentò la scuola, ma trascorse l’infanzia aiutando i genitori nel lavoro nei campi. A diciotto anni si sposò con una contadina. La coppia ebbe sette figli, solo tre dei quali raggiunsero l’età adulta.
Nel 1897 Rasputin si ritirò per alcuni mesi in un monastero, nel quale imparò a leggere e a scrivere.
Le ragioni della «fuga» non sono chiare: secondo alcuni, si era dovuto allontanare da Pokrovskoe perché coinvolto in un furto di cavalli; secondo altri, una visione mistica lo aveva spinto sulla via della religiosità.
atto sta che, dopo un breve ritorno in famiglia, Rasputin compì una serie di pellegrinaggi e tra il 1903 e il 1905 (la data esatta non è nota) arrivò a Pietroburgo, la capitale dell’impero.
Grazie alla fama di guaritore e di mistico che si era guadagnato, entrò in contatto con diversi aristocratici e il primo novembre del 1905 fu presentato allo zar Nicola II e alla sua consorte, la zarina Alessandra.
Quando Rasputin giunse a corte, la famiglia imperiale si trovava in una situazione difficile.
All’inizio del 1905, però, la Russia aveva subito una pesante sconfitta militare a opera dei giapponesi e Nicola II, in seguito alla ribellione della popolazione, era stato costretto a istituire un parlamento, la Duma, e a cedere parte del potere.
La famiglia imperiale, inoltre, doveva affrontare un serio problema per la successione al trono. In Russia vigeva la legge salica, in base alla quale solo un discendente maschio poteva diventare zar. L’unico erede maschio della coppia, il principe Aleksei, nato nel 1904, soffriva di emofilia, una malattia che rallenta la coagulazione del sangue e all’epoca portava spesso alla morte.
La zarina, in preda alla disperazione, fece ricorso a santoni e guaritori e nel 1907, dopo che un incidente a cavallo aveva aggravato le condizioni del bambino, si rivolse a Rasputin.
La sua influenza aumentò ancora nel 1912, quando «guarì» nuovamente Aleksej con un… telegramma.
Il bambino si era provocato un grosso ematoma, che rischiava di degenerare in emorragia. La madre telegrafò a Rasputin, che era rientrato temporaneamente nel suo villaggio natale, e questi le rispose che il figlio sarebbe guarito presto. Le condizioni di Aleksej migliorarono anche questa volta e la zarina si convinse che il mistico aveva guarito il figlio tramite la preghiera.
Rasputin era ormai un personaggio celebre e su di lui circolavano le voci più disparate. Per esempio, si diceva che avesse fermato la pioggia e che avesse guarito mandrie di buoi ammalati. Iniziò così a esercitare un’influenza, anche politica, sulla corte imperiale e, soprattutto, sulla zarina.
Nel 1914 la Russia entrò nella Prima Guerra Mondiale, schierandosi contro l’Austria e la Germania, nei primi mesi di ostilità subì pesanti sconfitte.
nell’agosto del 1915 lo zar decise di assumere in prima persona il comando dell'esercito, trasferendosi a Mogilev (oggi Mahilëu, in Bielorussia), dove aveva sede il quartier generale.
Nella capitale la reggenza fu assunta dalla zarina Alessandra e l’influenza di Rasputin divenne enorme. La zarina si consultava con lui su tutti gli affari di Stato, parlandogli ogni giorno al telefono e incontrandolo tutte le settimane. Rasputin poteva decidere la sorte di ministri e rappresentanti politici con una semplice parola.
Nel gennaio del 1916 orientò persino la scelta del primo ministro, favorendo, naturalmente, un suo sostenitore, Boris Shturmer./
Anche l’ostilità verso Rasputin, però, era sempre più forte. La popolazione, che già non amava la zarina per le sue origini tedesche, riteneva che lei e il suo consigliere fossero responsabili del disastro militare al quale la Russia stava andando incontro.
Alla fine del 1916 un gruppo di aristocratici, capeggiato dal principe Feliks Jusupov, pensò che l’unico modo per liberarsi di Rasputin fosse l’eliminazione fisica. Il 16 dicembre (che equivale al 30 secondo il calendario gregoriano), Jusupov lo invitò nel suo palazzo e i congiurati, dopo aver cercato inutilmente di avvelenarlo, lo uccisero a colpi di pistola. La Russia si era finalmente liberata dell’ingombrante personaggio.
Dopo la rivoluzione d’ottobre, che aveva portato al potere i bolscevichi, il cadavere di Rasputin fu riesumato e bruciato. La vedova e uno dei figli furono deportati nei gulag e morirono negli anni ‘30, mentre un’altra figlia morì di malattia nel 1925 e un'altra ancora, Matrëna, si trasferì negli Stati Uniti.
La fama sinistra di Rasputin ha sempre suscitato curiosità e interesse, non solo in Russia, ma anche nel resto del mondo. Non a caso, la sua figura compare in opere letterarie, fumetti, cartoni animati e film, il primo dei quali, The Fall of the Romanoffs, fu girato negli Stati Uniti già nel 1917.